Addentriamoci brevemente nella teoria delle intelligenze multiple, che sostiene l’esistenza di forme di intelligenza umana ulteriori a quella che intendiamo comunemente.
Negli anni '80 ad Harvard uno psicologo statunitense, Howard Gardner, studiò l'evoluzione di diverse capacità intellettive di cui erano dotati i bambini. L'ipotesi del suo studio era l'individuazione di differenti aspetti legati all'intelligenza.
Nel suo libro "Frames of the Mind", scritto nel 1983 e conosciuto in Italia come "Formae mentis" (1987), egli sosteneva l’esistenza di diverse forme di intelligenza in aggiunta a quelle già conosciute, prova ne erano le ricerche scientifiche effettuate da lui e dai suoi collaboratori
Fino a quegli anni, con il termine intelligenza si definiva la serie di abilità logico-matematiche e linguistiche misurabili attraverso specifici test di valutazione e calcoli psicometrici. La teoria dominante nel campo degli studi sull'intelligenza ne dava la definizione come di un'abilità misurabile attraverso le performance, e che i fattori che la costituiscono fossero essenzialmente di natura logico-matematica.
Dalle loro ricerche, Gardner e i suoi collaboratori sono giunti alla conclusione che non esiste una definizione unitaria d’intelligenza, e che essa non è un costrutto quantificabile numericamente, ma composta da diversi fattori indipendenti tra loro.
Secondo i ricercatori è dunque possibile che non esista una sola forma di intelligenza: ipotizzano che in ogni individuo ne siano presenti diverse forme, che gli permettono il suo sviluppo globale, attraverso l'acquisizione di nuove capacità, non solo di natura logico-matematica o linguistica.
Si tratta di diversi domini di abilità specifiche per specifiche funzioni cognitive che ora andremo ad esplorare.
La teoria delle intelligenze multiple
Gardner mosse una critica verso la teoria classica dell'intelligenza, considerata riduttiva e statica, portando i risultati delle ricerche effettuate sui bambini, che trovarono conferma in successive ricerche eseguite su pazienti con ictus con deficit di alcune funzioni cognitive, che hanno permesso di formulare una concezione molto più ampia di intelligenza.
Dai risultati ottenuti ipotizzò la presenza di ben sette distinte abilità intellettive: Gardner definì così la "teoria delle Intelligenze multiple".
Secondo Gardner, i test canonici usati (ancora oggi) per misurare l’intelligenza sono volti a rilevarne soltanto due tipi: quella linguistica e quella logico-matematica, ma esistono in aggiunta almeno altre cinque forme:
l’intelligenza spaziale;
l’intelligenza interpersonale;
l’intelligenza intrapersonale;
l’intelligenza corporeo cinestetica;
l’intelligenza musicale.
L'idea sostenuta da Gardner riguardava il contesto socio-culturale occidentale che, secondo molti autori, predilige la concezione delle intelligenze linguistico-verbale e logico-matematica come quelle con maggiore peso scientifico, mettendo in secondo piano le altre forme di intelligenza, diffuse comunque in altre culture, ma non quantificabili in termini di numeri.
Le intelligenze logica-matematica e linguistica sono le principali ad essere prese in considerazione nell'ambito dello sviluppo cognitivo dei bambini, durante le ore di insegnamento scolastico ad esempio.
Le forme di intelligenza cinestetica, musicale e spaziale, sono associate ad arti e mestieri, mentre le altre due, intra- e inter- personale, sono state definite dallo stesso Gardner intelligenze personali o emotive (Gardner 1983).
Osserviamone le caratteristiche nel dettaglio:
L’intelligenza linguistica, è la capacità di apprendere e riprodurre il linguaggio, usandolo in maniera appropriata per esprimersi verbalmente e in forma scritta.
Intelligenza logico-matematica, consiste nella capacità di analizzare i problemi in modo logico, eseguire operazioni matematiche, e indagare le questioni scientificamente, grazie al pensiero logico e deduttivo.
Intelligenza musicale: coinvolge l’abilità di comporre, riconoscere e riprodurre modelli musicali, toni e ritmi.
Intelligenza corporeo-cinestetica: quella degli atleti, danzatori, preparatori atletici, è l’abilità di utilizzare il proprio corpo o parti di esso per risolvere i problemi attraverso il coordinamento dei movimenti del corpo.
Intelligenza spaziale: consta nel riconoscere e utilizzare lo spazio e le aree a esso correlate.
Intelligenza interpersonale: è la capacità di comprendere le intenzioni, le motivazioni e i desideri delle altre persone, permettendo in questo modo di lavorare efficacemente anche in gruppo.
L’intelligenza intrapersonale: consiste nell’essere consci dei propri sentimenti e di saperli esprimere senza farsi sopraffare. È, dunque, l’abilità di capire se stessi, individuando le proprie paure e motivazioni. Lo scopo è utilizzare queste informazioni per svolgere una vita volta al raggiungimento di scopi specifici.
Secondo Gardner lo sviluppo pieno dell’essere umano è possibile attraverso il potenziamento di ciascuna di queste forme di intelligenza, raggiungendo così un maggiore benessere individuale e sociale, e risolvendo efficacemente i problemi.
Ne esistono altre ancora?
Successivamente Gardner e i suoi colleghi hanno effettuato altre ricerche per evidenziare l’esistenza di altre possibili intelligenze aggiuntive: naturalistica, spirituale e esistenziale, e morale, ma solo la prima potrebbe essere aggiunta alle sette.
Vediamole in dettaglio:
l’Intelligenza naturalistica, permette agli esseri umani di riconoscere, classificare e individuare alcune caratteristiche dell’ambiente. Tale abilità consente di interagire con il mondo fino a rendere proprie alcune caratteristiche.
l’intelligenza spirituale, che riguarda le abilità di entrare in contatto con ciò che concerne il proprio spirito e le capacità di prendersene cura.
Intelligenza esistenziale, capacità umana di riflettere sulla propria esistenza, compresa la vita e la morte. È alla base del pensiero filosofico, ed è legata alla capacità di usare e coordinare le diverse forme di intelligenza
Infine, l’intelligenza morale è quella parte dell’intelligenza legata alla sfera della moralità intesa in termini di regole e atteggiamenti morali.
Coltivare le intelligenze multiple, si può?
Sebbene a livello accademico tale teoria non sia stata accettata fin da subito, molti educatori hanno riscontrato i benefici del trattare e sviluppare le potenzialità di ciascuna di queste forme di intelligenza.
Gardner stesso sostiene che sia molto difficile svilupparle tutte in ambito scolastico, ma ritiene di fondamentale importanza essere consapevoli che esse esistano e prendere questa teoria come una guida per la formazione dei più piccoli, per il loro sviluppo.
Tutte quante sono necessarie per vivere bene la vita, e per essere pienamente coltivate si potrebbe proporre l'implementazione di programmi specifici (ad es. piccoli laboratori creativi) che non eliminano tempo alle principali attività formative, ma stimolano la creatività e la plasticità cerebrale.
Per come è attualmente impostata, la scuola italiana si rifà ad un modello educativo in cui si privilegiano le forme di intelligenza logico-matematica e linguistica, e quindi l'obiettivo formativo consisterebbe nell'incentivare lo sviluppo di queste.
Ad avvantaggiarsene sono gli alunni con tali forme di intelligenza maggiormente sviluppate, a discapito di coloro che possiedono forme di intelligenza diverse, ma non meno importanti delle altre, come già detto più sopra, perché tutte queste godono della stessa dignità e sono ciascuna a suo modo delle "porte" per accedere ad una maggiore connessione con la realtà e ad una maggiore competenza dei propri stati interni.
Riferimenti bibliografici
Gardner, H. (1987). Formae mentis. Saggio sulla pluralità dell'intelligenza. Feltrinelli, Milano.
Gardner, H. (1994). L'educazione delle intelligenze multiple. Anabasi.
Gardner, H. (2007). Cinque chiavi per il futuro. Feltrinelli, Milano.
Gardner, H. (2011). Rendere visibile l'apprendimento, Reggio Children.
Gardner, H. (2011). Verità, bellezza, bontà. Educare alla virtù nel ventunesimo secolo. Feltrinelli, Milano.
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